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Rallégrati

2022

Gigli bianchi, frigorifero, pellicola adesiva, diffusore di aromi

Un frigorifero abbandonato nel Palazzo Ducale diventa reliquiario che custodisce e conserva dei gigli bianchi: fiori, simbolo di purezza e castità, che da sempre accompagnano le rappresentazioni dell’annunciazione. Il frigo mantiene “vivo” il simbolo, ormai sedimentato nell’immaginario comune,  richiamando però un’estetica del falso, del non naturale, che sottolinea la crescente distanza che separa la nostra cultura dalle sue radici cristiane. 

Ad accogliere l’osservatore nella cappellina c’è una forte fragranza di fiori emanato da un diffusore di aromi sintetici. Anche qui la figura del divino è rappresentata con il suo doppio artificiale: nelle sacre scritture, lo Spirito di Dio è spesso associato al profumo e al sollievo che trasmette; nella contemporaneità il profumo è un mero espediente per coprire il nostro fetore di esseri mortali.

I simboli, così come i valori, sono ormai svuotati del loro potere morale e ci si presentano oggi come ombre evocative di una cultura vetusta fatta di tradizioni e riti collettivi che si assolvono senza spirito critico. 

Ogni cosa nella stanza è immobile. Ogni cosa richiama un tempo sospeso: gli affreschi sopravvissuti ai decenni; i fiori surgelati e il ronzio costante del frigorifero; il profumo sintetico di fiori sempre uguale, che non conosce stagione; gli insetti morti sul pavimento.

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